Preparando l'esame di Deontologia Professionale, sono capitato nel sito dell'ANEP, l'Associazione Nazionale Educatori Professionali, per visionare il Codice Deontologico.
Mi ha subito incuriosito una vignetta che appare in una delle schermate del sito. Uno fa all'altro “Sono un Educatore Professionale”, e l'altro risponde “Interessante:e che lavoro fai?”.
In una piccola vignetta umoristica molte verità della professione che andremo a fare.
Come affiorava dai commenti ad un post precedente, il riconoscimento della professione dell'Educatore è ancora alla fase embrionale. Capita spesso che mi chiedano cosa stia studiando, e che tipo di figura professionale sia l'Educatore. Se questo può essere tollerabile in discussioni con i non addetti ai lavori, diventa meno accettabile quando si ha a che fare con figure che lavorano magari in contesti sanitari, educativi, o comunque nel sociale.
La mancanza di riconoscimento porta anche ad una sorta di avvilimento in chi sceglie di intraprendere questa bellissima professione. Se da una parte non si è riconosciuti, dall'altra anche le gratificazioni economiche sono poche; questo forse è legato all'incapacità di far valere la preziosissima opera che l'Educatore presta in molti contesti.
Come porre rimedio a questa situazione? Sicuramente insistendo sul continuo aggiornamento e perfezionamento del Codice Deontologico, vera e propria Carta d'Identità della Professione. Tramite questo documento chiunque potrà conoscere chi è un educatore, come avviene per molte altre professioni, anche sanitarie.
Un altro sforzo va fatto dagli educatori stessi, e dagli studenti, per portare nelle sedi istituzionali la loro voce, magari con la creazione di vero e proprio albo, che darebbe finalmente una delineazione più precisa di ciò che finora risulta confuso in una miriade di figure più o meno professionali.
Nella quotidianità inoltre è necessario che ognuno si impegni, anche negli ambienti informali, a diffondere e ad educare la “persona comune”, mettendo al corrente dell'esistenza dell'educatore professionale, cercando di trasmetterne le potenzialità e le molte utilità.
E' una battaglia che va fatta insieme, anche “sfidando” le istituzioni, che molte volte si dimostrano sorde a questi temi, schiacciate da problemi di carattere economico e da opportunità di vario tipo.
Ci vorrà del tempo, ma soprattutto ci vorrà la voglia di farlo e di mettersi in prima linea. Se ciò non avverrà significa che nemmeno noi crediamo veramente in noi stessi e nella figura dell'Educatore Professionale, e ci troveremo ancora a sorridere amaramente di vignette come quella che ho trovato nel sito dell'ANEP.
"Sono un Educatore Professionale" - "Interessante:...e che lavoro fai?"
venerdì 19 giugno 2009
Etichette:
educatore professionale,
educazione
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